Questo vasto gruppo botanico, vanta molte specie fruttifere tipiche dell’areale pugliese; Ruralia possiede una collezione di molte varietà di mandorlo, susino europeo, ciliegio ed albicocco.
Per una più completa informazione sulle varie specie, potete consultare la pubblicazione
“Varietà frutticole tradizionali del Salento” di Francesco Minonne
MANDORLO
Nell’ Italia meridionale sono presenti diverse centinaia di varietà di mandorlo; ciò è stato favorito dall’uso comune nel passato di servirsi della propagazione mediante la semina direttamente delle mandorle per poi aspettare l’entrata in produzione prima di decidere se innestare o meno le giovani piante. Così sono nate alcune delle varietà più note come “Genco”, “Tondina”, “Rachele”, “Tuono”, “Catuccia”, “Cristomorto”, “Filippo Ceo”, “Cegliese” solo per citarne tra le tante presenti in Puglia.
SUSINO
La collezione dei susini europei di Ruralia contempla le piccole Prunelle (rossa e gialla), le Passule (grossa e piccola) e soprattutto una vera chicca dei frutti estivi sempre più rarefatti nel territorio salentino la varietà “Cuore di donna”. E’ certamente una delle più buone varietà di susino ma con diversi nomi tra l’area a Nord di Lecce dove è conosciuto come “Cuore di donna”, quella della Grecìa con il nome di “Meraviglia” e quella a Sud dove viene chiamato “Pappacolu”. Nell’elenco dei fruttiferi del vecchio Orto Botanico di Lecce era riportata una varietà dal nome “Pappagoda” (Stella, 1858). Si tratta, con molta probabilità di una dedica al vescovo del Barocco leccese, Monsignor Pappagoda.
ALBICOCCO
L’albicocco Prunus armeniaca L. ha il suo Centro di origine l’Armenia come suggerisce il nome scientifico.
Da tempo diffuso, anche con vetusti esemplari, nel Salento vanta molti ecotipi (coltivati a partire da semenzali) ed una varietà precoce e di particolare bontà come l’Albicocco di Galatone. Ruralia custodisce oltre a questa prelibatezza più nota, anche ecotipi recuperati con l’aiuto del Vivaio “Punto Verde” di Roberto De Giorgi. La scalarità di maturazione delle varietà coltivate consente di avere questo frutto per tutta la prima parte dell’estate e colorare le vaschette biodiverse insieme a susine e ciliegie.
CILIEGIO
Il ciliegio coltivato, con tutte le sue varietà, è la specie Prunus avium L., sinonimo di Cerasus avium Moench. Diversa è, invece, la specie della cosiddetta amarena o della marasca, entrambe a frutto acidulo ed entrambe appartenenti alla Prunus cerasus L. che mantiene il termine latino Cerasus derivato dall’iraniano Kirahs (come riportato da Sandro Pignatti nella Flora d’Italia).
Già Plinio il Giovane enumerava otto qualità di ciliegie distinguendole in “aproniane” (dal nome di Apronius, celebre epulone di Roma), “ceciliane”, “juniane” o “julianee”, “duracine” o “pliniane”, “lusitaniche”, “laurine”, “luteziane” e, infine, “macedoniche”.
Oltre ad alcune varietà comuni del mercato cerasicolo, Ruralia custodisce in collezione le preziose “Amarene” e l’antica varietà pugliese “Duroncina”.
MANDORLO
Nell’ Italia meridionale sono presenti diverse centinaia di varietà di mandorlo; ciò è stato favorito dall’uso comune nel passato di servirsi della propagazione mediante la semina direttamente delle mandorle per poi aspettare l’entrata in produzione prima di decidere se innestare o meno le giovani piante. Così sono nate alcune delle varietà più note come “Genco”, “Tondina”, “Rachele”, “Tuono”, “Catuccia”, “Cristomorto”, “Filippo Ceo”, “Cegliese” solo per citarne tra le tante presenti in Puglia.
SUSINO
La collezione dei susini europei di Ruralia contempla le piccole Prunelle (rossa e gialla), le Passule (grossa e piccola) e soprattutto una vera chicca dei frutti estivi sempre più rarefatti nel territorio salentino la varietà “Cuore di donna”. E’ certamente una delle più buone varietà di susino ma con diversi nomi tra l’area a Nord di Lecce dove è conosciuto come “Cuore di donna”, quella della Grecìa con il nome di “Meraviglia” e quella a Sud dove viene chiamato “Pappacolu”. Nell’elenco dei fruttiferi del vecchio Orto Botanico di Lecce era riportata una varietà dal nome “Pappagoda” (Stella, 1858). Si tratta, con molta probabilità di una dedica al vescovo del Barocco leccese, Monsignor Pappagoda.
ALBICOCCO
L’albicocco Prunus armeniaca L. ha il suo Centro di origine l’Armenia come suggerisce il nome scientifico.
Da tempo diffuso, anche con vetusti esemplari, nel Salento vanta molti ecotipi (coltivati a partire da semenzali) ed una varietà precoce e di particolare bontà come l’Albicocco di Galatone. Ruralia custodisce oltre a questa prelibatezza più nota, anche ecotipi recuperati con l’aiuto del Vivaio “Punto Verde” di Roberto De Giorgi. La scalarità di maturazione delle varietà coltivate consente di avere questo frutto per tutta la prima parte dell’estate e colorare le vaschette biodiverse insieme a susine e ciliegie.
CILIEGIO
Il ciliegio coltivato, con tutte le sue varietà, è la specie Prunus avium L., sinonimo di Cerasus avium Moench. Diversa è, invece, la specie della cosiddetta amarena o della marasca, entrambe a frutto acidulo ed entrambe appartenenti alla Prunus cerasus L. che mantiene il termine latino Cerasus derivato dall’iraniano Kirahs (come riportato da Sandro Pignatti nella Flora d’Italia).
Già Plinio il Giovane enumerava otto qualità di ciliegie distinguendole in “aproniane” (dal nome di Apronius, celebre epulone di Roma), “ceciliane”, “juniane” o “julianee”, “duracine” o “pliniane”, “lusitaniche”, “laurine”, “luteziane” e, infine, “macedoniche”.
Oltre ad alcune varietà comuni del mercato cerasicolo, Ruralia custodisce in collezione le preziose “Amarene” e l’antica varietà pugliese “Duroncina”.
Sei un grande!!! Francesco Minonne come grande non poteva che rssere la tua Ruralia😍