ITINERARI DI BIODIVERSITÀ

Collezioni varietali

POMACEE

Chiedi informazioni

Il Pomario salentino è costituito principalmente da specie quali Pero, Cotogno e, in minima parte, dal Melo.
Il contesto agricolo di Ruralia si distingueva, nel passato, per la produzione della cotognata leccese e per la perata di pera “Petrucina” o “Pera di San Pietro”. Oggi Ruralia ha recuperato e coltiva  oltre 10 varietà di Pero utilizzate sia come prodotto fresco che per la preparazione delle confetture extra.
Alcune varietà di mele di origine calabrese, inoltre, definiscono il piccolo ma prezioso pomario di Ruralia.

Per una più completa informazione sulle varie specie, potete consultare la pubblicazione
“Varietà frutticole tradizionali del Salento” di Francesco Minonne

SFOGLIA
Pera principessa
Pero Gambe di donna

PERO

Il pero, Pyrus communis L., è un albero della famiglia delle Rosaceae, probabilmente originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia Minore; compare dapprima presso i Greci e poi anche in Italia in epoca molto antica. Il pero coltivato in Europa, Pyrus communis L, è di origine ibrida e diverse specie sono considerate tra i possibili progenitori. Tra questi Pyrus pyraster Burgsd. vive allo stato spontaneo nei boschi di latifoglie di tutte le regioni italiane compresi i boschi mesofili dell’area murgiana, Subappenino Dauno e del Gargano in Puglia (Pignatti, 1982). Quest’ultima specie è ancora oggi utilizzata come portainnesto del pero domestico ed un vigoroso esemplare segna il viale centrale del campo di Ruralia. Il pero vanta una sua tradizione specifica nel Salento pur essendo stato sempre marginalizzato dalle colture principali quali ulivo e vite. La richiesta sul mercato di pere di grande pezzatura e resistenti alle manipolazioni ha favorito l’importazione di entità non coltivate nel territorio e lasciato invece ai frutteti famigliari le cosiddette peraglie (pere di piccola pezzatura fuori dal mercato frutticolo). Ruralia custodisce un piccolo nucleo di vecchi alberi di pera “Principessa” una volta diffusa nel contesto rurale dei paesi della Valle della Cupa.
L’Azienda possiede, inoltre, una bella collezione di varietà tradizionali tra le quali alcune di particolare pregio come, “Melfi”, “Inchipanza” la storica “Petrucina” o la particolarissima “Cazzatello”, piccola e fugace delizia dei frutteti famigliari dei paesi della Cupa.

COTOGNO

Il cotogno, Cydonia oblonga Miller, è una specie originaria dell’Asia occidentale; è una pianta legnosa, che può avere portamento arbustivo o arboreo, a seconda delle modalità di coltivazione. I suoi fiori sono delicati e, certamente, tra i più belli del frutteto. I frutti, copiosi, sono di due forme principali: maliformi (melacotogna) e piriformi (peracotogna). Si tratta di un gruppo di varietà che caratterizzavano i frutteti tradizionali.
Dopo qualche decennio di abbandono, oggi si assiste ad una timida ripresa di coltivazione; alcuni agriturismi e piccole aziende agricole stanno infatti riprendendo la trasformazione del prodotto nella tradizionale “cotognata leccese”.
Il cotogno è spesso utilizzato come portainnesto del pero; è proprio su questa specie sono innestati i peri della collezione di Ruralia.

Cotogno maliforme
Melo di San Giovanni
Melo di San Giovanni

MELO

Il Melo (Malus domestica L.), si sa è pianta biblica, di antichissima coltivazione, originatasi nell’area del Kazakistan e delle repubbliche vicine. Giunta in Occidente con le conquiste degli imperatori romani ha preso piede in gran parte dell’Europa. In Puglia è l’area dauna che possiede una certa vocazione, sia pur con piccoli nuclei nei pereti famigliari. La varietà “San Giovanni” è certamente l’unica entità storica del Salento; fino a qualche decennio fa era una presenza immancabile nei piccoli frutteti familiari; oggi tende sempre di più ad essere sostituita con cultivar di importazione, di maggiore pezzatura ma più esigenti di intereventi fitosanitari. In particolare, questa varietà è scarsamente colpita dalla Carpocapsa e resiste bene a condizioni di aridità. Nonostante lo scarso appeal, il suo abbandono è sempre vissuto con particolare nostalgia dagli appassionati della terra e dei frutti antichi. Il nome deriva dal periodo di maturazione che avviene intorno al giorno di San Giovanni, ascrivendosi così ai frutti dedicati a questo Santo la cui ricorrenza (24 giugno) è certamente un momento cruciale del calendario contadino; è da questo momento che la campagna frutticola tradizionale prende inizio.

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POMACEE

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Il Pomario salentino è costituito principalmente da specie quali Pero, Cotogno e, in minima parte, dal Melo.
Il contesto agricolo di Ruralia si distingueva, nel passato, per la produzione della cotognata leccese e per la perata di pera “Petrucina” o “Pera di San Pietro”. Oggi Ruralia ha recuperato e coltiva  oltre 10 varietà di Pero utilizzate sia come prodotto fresco che per la preparazione delle confetture extra.
Alcune varietà di mele di origine calabrese, inoltre, definiscono il piccolo ma prezioso pomario di Ruralia.

Per una più completa informazione sulle varie specie, potete consultare la pubblicazione
“Varietà frutticole tradizionali del Salento” di Francesco Minonne

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PERO

Pera principessa
Pero Gambe di donna

Il pero, Pyrus communis L., è un albero della famiglia delle Rosaceae, probabilmente originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia Minore; compare dapprima presso i Greci e poi anche in Italia in epoca molto antica. Il pero coltivato in Europa, Pyrus communis L, è di origine ibrida e diverse specie sono considerate tra i possibili progenitori. Tra questi Pyrus pyraster Burgsd. vive allo stato spontaneo nei boschi di latifoglie di tutte le regioni italiane compresi i boschi mesofili dell’area murgiana, Subappenino Dauno e del Gargano in Puglia (Pignatti, 1982). Quest’ultima specie è ancora oggi utilizzata come portainnesto del pero domestico ed un vigoroso esemplare segna il viale centrale del campo di Ruralia. Il pero vanta una sua tradizione specifica nel Salento pur essendo stato sempre marginalizzato dalle colture principali quali ulivo e vite. La richiesta sul mercato di pere di grande pezzatura e resistenti alle manipolazioni ha favorito l’importazione di entità non coltivate nel territorio e lasciato invece ai frutteti famigliari le cosiddette peraglie (pere di piccola pezzatura fuori dal mercato frutticolo). Ruralia custodisce un piccolo nucleo di vecchi alberi di pera “Principessa” una volta diffusa nel contesto rurale dei paesi della Valle della Cupa.
L’Azienda possiede, inoltre, una bella collezione di varietà tradizionali tra le quali alcune di particolare pregio come, “Melfi”, “Inchipanza” la storica “Petrucina” o la particolarissima “Cazzatello”, piccola e fugace delizia dei frutteti famigliari dei paesi della Cupa.

COTOGNO

Cotogno maliforme

Il cotogno, Cydonia oblonga Miller, è una specie originaria dell’Asia occidentale; è una pianta legnosa, che può avere portamento arbustivo o arboreo, a seconda delle modalità di coltivazione. I suoi fiori sono delicati e, certamente, tra i più belli del frutteto. I frutti, copiosi, sono di due forme principali: maliformi (melacotogna) e piriformi (peracotogna). Si tratta di un gruppo di varietà che caratterizzavano i frutteti tradizionali.
Dopo qualche decennio di abbandono, oggi si assiste ad una timida ripresa di coltivazione; alcuni agriturismi e piccole aziende agricole stanno infatti riprendendo la trasformazione del prodotto nella tradizionale “cotognata leccese”.
Il cotogno è spesso utilizzato come portainnesto del pero; è proprio su questa specie sono innestati i peri della collezione di Ruralia.

MELO

Melo di San Giovanni
Melo di San Giovanni

Il Melo (Malus domestica L.), si sa è pianta biblica, di antichissima coltivazione, originatasi nell’area del Kazakistan e delle repubbliche vicine. Giunta in Occidente con le conquiste degli imperatori romani ha preso piede in gran parte dell’Europa. In Puglia è l’area dauna che possiede una certa vocazione, sia pur con piccoli nuclei nei pereti famigliari. La varietà “San Giovanni” è certamente l’unica entità storica del Salento; fino a qualche decennio fa era una presenza immancabile nei piccoli frutteti familiari; oggi tende sempre di più ad essere sostituita con cultivar di importazione, di maggiore pezzatura ma più esigenti di intereventi fitosanitari. In particolare, questa varietà è scarsamente colpita dalla Carpocapsa e resiste bene a condizioni di aridità. Nonostante lo scarso appeal, il suo abbandono è sempre vissuto con particolare nostalgia dagli appassionati della terra e dei frutti antichi. Il nome deriva dal periodo di maturazione che avviene intorno al giorno di San Giovanni, ascrivendosi così ai frutti dedicati a questo Santo la cui ricorrenza (24 giugno) è certamente un momento cruciale del calendario contadino; è da questo momento che la campagna frutticola tradizionale prende inizio.